mercoledì 11 ottobre 2017
Venerdì 06/10/2017 sono iniziate le lezioni del mio
"Laboratorio di scrittura"
Non ero molto in forma per il mal di schiena dovuto alla caduta per non aver visto uno scalino.
La mia loquacità ha fatto si che ho potuto salutare tutti i 30 iscritti e notare i nuovi intervenuti.
Come al solito comincio a proporvi i loro scritti pervenutomi:
Di Jole :
Universi paralleli.
Parte seconda: Rivoli, 6 ottobre 2017.
Francesca parcheggia la sua panda rossa. Ha trovato posto senza
essere finita in zona blu; scende dalla macchina e per sicurezza
controlla che sia proprio così. Poi, con un leggero sorriso di
soddisfazione in viso per il piccolo risparmio ottenuto, si avvia
solitaria in direzione del centro commerciale.
È un po’ in anticipo per l primo incontro del corso di Laboratorio
di scrittura, ma lei è fatta così e non ama arrivare ad un
appuntamento all’ultimo minuto.
Il suo abbigliamento è quello non appariscente, quello di tutti i
giorni; nella borsa: smartphone, i Pad, taccuino e matita.
Il corso si tiene in una saletta dentro al centro commerciale, di
fianco al supermercato alimentare, di fronte al piccolo e
accogliente giardinetto interno.
Entra e viene subito accolta dal sorriso sorpreso di una sua
coinquilina di condominio.”Anche lei qui! Benvenuta.”dice quel
sorriso, subito seguito da una calorosa stretta di mano con
abbraccio dell’insegnante che gestisce il corso e dagli sguardi
solari degli altri iscritti.
Francesca si accomoda sulla sedia vicino alla sua coinquilina e,
curiosa, si guarda intorno: persone come lei, sensazione di calma
e serenità, affiatamento gioioso; sembrano tutti contenti di essere
lì, proprio come lei.
Perchè è lì ?
Anche nella terza età ci sono tante cose da fare, cose ancora da
imparare, cose da perfezionare.
La scrittura per Francesca è una di queste: la gratifica, la stimola a
riflettere, risponde ad un suo intimo bisogno di dialogo con se
stessa e con gli altri. Scrivere è esistere. Sapere che qualcuno
legge quello che hai scritto è esistere...
Jole Melano
Ho iniziato con una
Paarte seconda, segno che esiste una prima parte ed é:
Universi
paralleli.
Parte
prima: Collegno,, 1 ottobre 1956.
Francesca
aveva lasciato con incertezza la mano calda e rassicurante di sua madre che contemporaneamente, con un sorriso, le aveva affidato nell’altra mano la cartella
nuova.
Era
tutta contenta di avere la cartella: era marrone, con un intenso profumo di
pellame nuovo; conteneva i quaderni appena comprati,uno a righe (di prima) e
uno a quadretti (grossi),il portapenne blu con 12 matite colorate, la matita
normale , la gomma, il temperino e la
penna con l’ appuntito e pungente pennino di metallo .
Sotto
la leggera giacca, Francesca indossava il grembiule nero comprato qualche
giorno prima in merceria; le sembrava strano perchè aveva l’abbottonatura sul
dorso, una cintura metà cucita e metà allacciata dietro con un fiocco,un
colletto bianco, duro e fastidioso tanto
era stato inamidato, chiuso da un grosso e pendente fioccone blu.
La
mamma aveva usato anche due fiocchetti (bianchi) per acconciarle i capelli: le
sembrava di avere due lunghe e striminzite codine di cavallo che le
ballonzolavano sulla testa.
Francesca
si era avvicinata alla grande scalinata dell’ingresso riservato alle femmine.
Il portone si era aperto ed una maestra vecchia vecchia e magra magra aveva
cominciato a fare l’appello.
Un
ultimo sguardo a sua madre, poi era timorosamente entrata nell’edificio scolastico, salita sullo
scalone, percorso un lungo corridoio e infine entrata in una grande aula con
finestroni enormi e soffitto altissimo.
La
cattedra era imponente, situata su una piattaforma che ne aumentava l’autorità;
alle sue spalle un’enorme lavagna su cavalletti.II banchi erano distribuiti in
due lunghe file parallele: erano a due posti, di legno con i sedili che
formavano un tutt’uno con lo scrittoio, la cui superficie era piena di confuse
scritte incise.
Le
era stato assegnato un posto in terza fila vicino al finestrone centrale; dopo
aver recitato tutti insieme il “Padre nostro” si era seduta e finalmente aveva
avuto inizio il suo primo giorno di scuola.
Perchè
era lì?
Tutti
i bambini dovevano andare a scuola, imparare a leggere e scrivere in italiano,
cosa che lei ancora non sapeva fare.
Conosceva
solo il piemontese.
E
poi avrebbe imparato tante cose meravigliose e da grande avrebbe fatto la maestra
e sarebbe stata molto felice...
Jole Melano
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